I sacrifici del tempio di Uppsala
- Letizia Destefanis
- 7 nov 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 22 set 2024
Ci troviamo in Svezia, è il periodo dell’equinozio di Primavera, le temperature sono ancora rigide, non vanno al di sopra dei 10 gradi, fa freddo, ma uomini, donne e bambini camminano lungo il sentiero nel bosco, in una processione interminabile: c’è chi ha lasciato le navi attraccate a al porto di Fyrisvellir, a sud di Gamla Uppsala chi invece ha attraversato le montagne. Poi finalmente in lontananza un luccichio dorato indica che la metà è vicina, sugli alberi ci sono le corde a cui sono appese le carcasse, di animali e uomini, residui dei sacrifici passati. Il tempio di Uppsala si apre davanti a noi ornato d’oro, al suo interno la statua di Thor, dio dei fulmini è posta tra quella di Wodan (Odino) che dona coraggio in guerra e Frikko (Freyr) che mantiene la pace. Iniziano i nove giorni di festeggiamenti con musiche, canti e sacrifici. Per nove volte al giorno, verranno sacrificati nove esseri viventi di genere maschile, tra cui animali e uomini, per un totale di 72 vittime. Anche il re, nell’alto del suo trono presiede come capo del potere politico, ma anche lui come tutti gli altri uomini può essere sacrificato. I cristiani, quelli convertiti, dovranno pagare una tassa per non partecipare. Il sangue scorre cremisi sull’altare e poi sul terreno, placando l’ira degli dei. I cadaveri vengono appesi sugli alberi attorno, la morte e la putrefazione lo rendono uno dei boschi sacri d’Europa per tutto il X secolo.

Immagine presa da Wikipedia. Un'incisione che rappresenta il Tempio a Uppsala secondo la descrizione di Adamo da Brema, di Olao Magno, 1555.
Si parla del tempio di Uppsala anche nell’ “Edda” di Snorri, il poema norreno più conosciuto, ma una descrizione dettagliata ci viene fornita da Adamo da Brema, un teologo vissuto nell’anno 1000, che lo racconta nel suo “Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum”:
“Ora diremo qualche parola sulle credenze popolari degli svedesi. Quella gente ha un famoso tempio chiamato Uppsala, situato non lontano dalla città di Sigtuna e Björkö. In questo tempio, interamente addobbato in oro, le persone adorano le statue di tre divinità in tal guisa che il più potente di loro, Thor, occupa un trono al centro della camera; Wotan (nome germanico di Odino) e Frikko (latinismo per “Freyr”) sono posti ai suoi lati.
Il ruolo di questi dei è il seguente: Thor, si dice, presiede l’aria, che disciplina i tuoni e i lampi, i venti e le piogge, il bel tempo e le colture. L’altro, Wotan, amministra la guerra e conferisce all’uomo la forza per combattere i suoi nemici. Il terzo è Frikko, che dona pace e piacere ai mortali. Vicino a questo tempio si trova un grande albero con diversi rami, sempre verde sia d’inverno che d’estate. A quale specie appartenga nessuno lo sa.
C’è anche un pozzo in cui i pagani sono soliti fare i loro sacrifici, e un uomo a volte vi si getta dentro. Se non riesce a tornare in superficie, sarà concesso il desiderio del popolo. Una catena d’oro gira intorno al tempio. È appesa a partire dal timpano (struttura architettonica) del palazzo e invia il suo scintillio da lontano a chi si avvicina, perché il santuario si trova su una superficie piana, con montagne in prospettiva, come in un teatro.
I sacerdoti hanno il compito di offrire sacrifici in nome del popolo. Se la peste e la fame minacciano le loro terre, un’offerta viene versata per l’idolo Thor; se infuria la guerra, a Wotan; se vengono celebrati dei matrimoni, a Frikko.
È consuetudine presso Uppsala, svolgere una festa generale di tutte le province della Svezia a intervalli di nove anni. Nessuno è esentato dal parteciparvi Re e tutti devono mandare i loro doni a Uppsala. L’entità del sacrificio avviene in questo modo: di ogni essere vivente maschio, offrono nove teste con il sangue necessario per placare gli dei. I corpi vengono appesi nel bosco sacro che confina con il tempio.
Feste e sacrifici di questo tipo sono celebrate per nove giorni. Ogni giorno offrono un uomo con altri esseri viventi in numero tale che nel corso dei nove giorni saranno fatte offerte di settantadue creature. Questo sacrificio dura circa il tempo dell’equinozio di primavera.”
“Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum” di Adamo da Brema
Chiamata originariamente Gamla Uppsala (letteralmente Vecchia Uppsala) la sua ubicazione è a 4 km dalla città moderna di Uppsala in Svezia, anche se i dibattiti sulla veridicità di tutte le informazioni attorno al tempio, continuano da quasi un secolo. I primi resti sono stati trovati nel 1926 quando, l’archeologa svedese, Sune Lindqvist, conducendo studi a Gamla Uppsala, scopre l’esistenza di buche di legno (una sorta di fondamenta in legno che sostenevano una struttura), anche se nel 2005, ulteriori archeologi, Neil Price e Magnus Alkarp hanno messo in discussione questa interpretazione trovando più logico pensare che non ci siano evidenti collegamenti con il tempio di Uppsala, sebbene i reperti della struttura in legno rinvenuta sotto una cattedrale medievale della cittadina, risalgono all’epoca vichinga. Si ritiene infatti, che il tempio sia stato costruito nell’ultimo periodo dell’epoca norrena e che sia stato usato fino al 1078, per poi essere dismesso a causa dell’interazione con il cristianesimo e distrutto definitivamente nel 1087 dal re svedese Ingold I di fede cristiana. Nel 2013 sono stati scoperti ulteriori resti: due file di pali in legno lunghe circa un chilometro che danno spazio all’idea che ci fosse un enorme recinto simile a quello di Jelling in Danimarca.

Immagine presa da Vikings Wiki. Scena del tempio di Uppsala nella serie TV "Vikings" 1x8
Ho trovato un'ottima interpretazione nella serie TV "Vikings", (episodio 8 della prima stagione) e ci sarebbe altro da dire anche sul significato allegorico del numero nove: i nove mondi della mitologia norrena, i nove giorni e le nove notti che Odino passa appeso ad Yggdrasill per ricevere le rune della saggezza e potrei farne un lunghissimo elenco.
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