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La Firenze della casata dei de’ Medici

  • Immagine del redattore: Letizia Destefanis
    Letizia Destefanis
  • 13 mar 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 26 set 2024

Firenze, una delle città più belle d’Italia, in ogni via, edificio, angolo si respira l’arte, ma non solo, è profonda ed evidente anche l’impronta della famiglia de’ Medici, la cui storia ha origini molto lontane e arriva quasi ai giorni nostri. 

In origine, provenivano dalla regione del Mugello e si occupavano di lavori umili come la tessitura, l’agricoltura e solo sporadicamente delle attività bancarie, attività che divenne ufficiale con Giovanni di Bicci, che fonda il Banco dei Medici, acquisendo fama e ricchezza tanto da diventare una delle principali finanziatrici delle realtà politiche del tempo, dal papa agli Sforza, fino al Edoardo IV d’Inghilterra. Cosimo il Vecchio, il figlio di Giovanni, prese poi il controllo della repubblica di Firenze, di fatto diventando prima duca e successivamente granduca del Granducato di Toscana. Con Cosimo, appassionato di arte e cultura, si incominciò a creare attorno alla corte una cerchia di artisti, scrittori, pittori e scultori, ed essa in breve divenne una delle più importanti famiglie di mecenati dell’epoca, acquisendo un gran numero di opere e commissionandone altrettante. A Cosimo, segui per breve tempo il figlio Piero, chiamato il Gottoso, malattia che lo porto solo dopo cinque anni di governo, alla morte. 

"Ritratto di Cosimo il Vecchio", Pontormo, 1519-1520, Uffizi, Firenze

Immagine presa da Wikipedia. "Ritratto di Cosimo il Vecchio", Pontormo, 1519-1520, Uffizi, Firenze

I suoi figli erano Giuliano, morto durante la congiura dei Pazzi nel 1478 e il fratello, Lorenzo il Magnifico che sopravvisse all’attentato e regnò con il sostegno dei suoi concittadini, rendendo Firenze un punto centrale per la politica e l’arte. Lorenzo, fu un regnante umanista, totalmente aperto alle nuove idee che stavano nascendo dal Rinascimento, amava scrivere poesie e leggere, si interessò anche alla filosofia e al collezionismo, portando avanti quella passione di famiglia  ereditata dal nonno. La pace che Lorenzo creò in vita si sgretola nel giro di un paio di anni con il figlio Piero, che pur essendo stato istruito a ricoprire il ruolo di governatore, non fu mai all’altezza e fu cacciato da Firenze insieme alla famiglia. Solo con la morte di Piero, il figlio cardinale Giovanni de’ Medici con  i fratelli Giuliano e Lorenzo, che non avevano mai visto la città, riuscirono a rientrare a Firenze. 

"Ritratto di Lorenzo il Magnifico", Giorgio Vasari, 1533-1534, Uffizi, Firenze

Immagine presa da Wikipedia. "Ritratto di Lorenzo il Magnifico", Giorgio Vasari, 1533-1534, Uffizi, Firenze

Successivamente fu Cosimo I , nipote di Lorenzo il Magnifico, a riprendere la posizione di governante ed insieme alla moglie Eleonora di Toledo,  si trasferì a Palazzo Vecchio, l’antico palazzo comunale di Firenze nel 1540. In quell’occasione il palazzo fu radicalmente rinnovato, cambiando gli interni per essere trasformato in dimora signorile, ovviamente con l’intervento di tantissimi artisti. Il grandioso Salone dei Cinquecento o Sala del gran consiglio fu decorato da Giorgio Vasari, pittore e architetto, amico di Michelangelo, che a Firenze per vent’anni fu il sovrintendente all’urbanistica della città e  assunse il monopolio artistico al servizio del Granduca Cosimo I. Dapprima pianificò la decorazione dei vari appartamenti del palazzo, poi coprì due opere incompiute di Leonardo e Michelangelo, le “Battaglie di Anghiari e di Cascina”, con affreschi che glorificavano la storia di Firenze e dei de’ Medici. Infine le pareti e i soffitti furono rivestiti in oro e stucchi, creando un ambiente che non ha nulla da invidiare ad altri come Palazzo Ducale di Venezia e altre regge europee. Lo Studiolo di Francesco I, figlio di Cosimo, è la testimonianza dei gusti ermetici di questo reggente introverso e appassionato di alchimia. Lo studiolo fu progettato per contenere tutti i pezzi più particolari della collezione famigliare e furono gli allievi del Vasari a decorarlo con rappresentazioni allegoriche degli elementi della natura sulla volta e delle attività umane e  delle divinità sulle pareti. Davanti a Palazzo Vecchio si apre la vasta Piazza della Signoria, in cui Cosimo I fece collocare numerose statue. La Loggia della Signoria, detta anche Loggia dei Lanzi divenne un vero e proprio museo all’aperto di sculture tra cui opere come il “Perseo” di Cellini, “Giuditta e Oloferne" di Donatello e il famosissimo “David” di Michelangelo (se vuoi sapere di più sulla figura di David nell’arte, ti consiglio questo articolo https://www.lastanzaverde6.com/post/david-un-eroe-in-continua-trasformazione ). 

Veduta di Piazza della Signoria, con Palazzo Vecchio e la Loggia dei Lanzi

Immagine presa da Cosmopolitan. Veduta di Piazza della Signoria, con Palazzo Vecchio e la Loggia dei Lanzi

I lavori per erigere gli Uffizi iniziarono nel 1560 occupando la zona che da Piazza della Signoria arriva all’Arno. La pianta è a forma di U con un modello architettonico ripetuto: il portico architravato su colonne e pilastri con nicchie al piano terra, primo piano a tre finestre e attico con luminose vetrate. Dapprima il luogo era destinato agli uffici comunali, ma con Francesco I la loggia dell’ultimo piano, iniziò ad ospitare le prime opere della collezione medicea trasformando l'uso per cui era stato eretto in una Galleria, un teatro andato perso e la Tribuna, una stanza ottagonale ispirata ai quattro elementi: la cupola rappresenta l’aria, la madreperla della volta e parte delle pareti per l’acqua, la tappezzeria rosso acceso per l’elemento fuoco e infine la terra con il mosaico sul pavimento.

Palazzo Pitti che da sulla Piazza de' Pitti

Imnmagine di La stanza verde. Palazzo Pitti che da sulla Piazza de' Pitti

Superato l’Arno, sul colle di Boboli si trova Palazzo Pitti che nel 1550 venne acquistato da Eleonora di Toledo con l’intenzione di creare una dimora regale adeguata al rango acquisito dai de’ Medici. Originariamente il palazzo era un blocco su tre piani, successivamente fu arricchito di cicli decorativi e aggiunte due ali perpendicolari. Il risultato fu un edificio enorme, dall’aria austera per via delle forme troppo quadrate, rigide. Nel retro, il giardino dei Boboli  divenne un grande parco, un esempio tra i più belli di giardino all’italiana, che assecondando l’andamento naturale della collina, al centro venne posizionato un anfiteatro, le terrazze, le fontane e le finte grotte, sono invece un gioiello all’interno di tutta l’area, con le loro decorazioni fantastiche in cui si legano scultura, pittura, architettura e giochi d’acqua. Fu Ferdinando I, il secondogenito di Cosimo, che fece arrivare al suo massimo splendore le ville medicee attraverso la collaborazione con l'architetto Bernardo Buontalenti.  In occasione delle nozze di Francesco I con Giovanna d’Austria, venne realizzato il Corridoio Vasariano, una via coperta che passa per gli Uffizi, il Ponte Vecchio e che collega tuttora Palazzo vecchio a Palazzo Pitti, straordinario se si pensa che i lavori durarono solo sei mesi.

Interno del Corridoio Vasariano

Immagine presa da Borghi di Toscana. Interno del Corridoio Vasariano

Non meno importanti sono le donne di casa de’ Medici: Maria, nipote di Cosimo, andò in sposa a Enrico IV di Borbone, diventando, la seconda regina di Francia della casa, prima di lei ci fu Caterina , andata in sposa a Enrico II di Francia.

Il 1600 per il granducato non fu un periodo idilliaco, contrassegnato dalla peste, dal ristagno commerciale, da matrimoni non riusciti e Cosimo III fu colui che ne pagò le conseguenze, instaurando un governo tutt’altro che disposto ad ascoltare i concittadini. I suoi tre figli morirono senza eredi: il maggiore Ferdinando, morì di sifilide a cinquan’anni, il fratello Gian Gastone era dichiaratamente omosessuale e non prese mai moglie e la figlia Anna Maria Luisa era sterile.

"Ritratto di Anna Maria Luisa de' Medici", Antonio Franchi, 1690-1691, Galleria Palatina - Palazzo Pitti, Firenze

Immagine presa da Wikipedia. "Ritratto di Anna Maria Luisa de' Medici", Antonio Franchi, 1690-1691, Galleria Palatina - Palazzo Pitti, Firenze

L’ultima figura importante per la famiglia dei Medici fu proprio Anna Maria Luisa che stipulò con i suoi successori, gli Asburgo-Lorena, un “patto di famiglia” in cui si impediva il trasporto delle opere d’arte della collezione della famiglia de’ Medici al di fuori di Firenze. Il patto fu parzialmente mantenuto, ma il solo atto di “proteggere” quell’arte che per secoli aveva mosso la famiglia ricercando uno stile sobrio, equilibrato in un incontro continuo con gli artisti e diplomatici, fece diventare ancora più pregno ogni angolo di Firenze, della casata dei de’ Medici.


Qui di seguito vi lascio una carrellata di foto scattate meno di un mese fa, durante una gita veloce in questa stupenda città d'arte.


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Letizia, la stanza verde ❤

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