Arte e manicomio: la storia del pittore patricida Richard Dadd
- Letizia Destefanis
- 16 apr 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 22 set 2024
Per quanto fosse un ottimo pittore, attento ai dettagli e “nuovo” nel periodo in cui visse, Richard Dadd purtroppo non è ricordato solo per la sua arte, ma per un fatto alquanto feroce accaduto nella sua vita.
Sulla vita di Richard Dadd, non si sa molto: era il figlio di un farmacista, Robert Dadd e venne al mondo il 1° agosto del 1817 a Chatham, una regione del Kent, nel Regno Unito. Ebbe fin dall'infanzia un evidente talento per il disegno e la pittura, tanto da essere ammesso alla Royal Academy of Art di Londra attorno ai vent’anni. La sua pittura in questo periodo si fonda sul realismo, sebbene fate e folletti siano i suoi soggetti preferiti, anche se con forma e sostanza decisamente umana.

Immagine presa da Wikipedia. Richard Dadd (1817 - 1886) mentre dipinge "Contraddizione di Oberon e Titania" (1854 -1858)
Nel 1842 venne scelto come disegnatore e accompagnatore di Thomas Phillips in un viaggio nel Mediterraneo attraverso la Grecia, la Turchia, la Palestina e infine l’Egitto. Durante il viaggio, specialmente nella risalita del Nilo, dopo essere passati nel deserto della Giordania, la sua personalità cambiò repentinamente: in balia di stati allucinatori, pensava di essere sotto l'influenza del dio egizio Osiride e incominciò ad isolarsi mostrandosi sempre più violento. Sebbene in un primo momento si pensava fosse il risultato di un’insolazione, al suo rientro nel Kent nel 1843, gli fu diagnosticata un’infermità mentale e durante una tranquilla passeggiata con il padre, Dadd lo accoltellò a morte, convinto che fosse un nemico oscuro di Osiride. Scappò in Francia dove cercò di uccidere uno sconosciuto, ma fu prontamente fermato ed arrestato dalla polizia, alla quale raccontò tutto. Rimpatriato fu rinchiuso nel manicomio di Bethleem con la diagnosi di schizofrenia, oggi si suppone, secondo la sua ossessione per il dio egizio, che soffrisse di psicosi maniaco-depressiva. Due dei suoi fratelli ebbero una fine simile. Trasferito dopo venti anni a Broadmoor, fuori Londra, morì di malattia polmonare nei primi giorni del 1886.

Immagine presa da cipia-di-arte.com. "Come unto these yellow sands" (1842)
A differenza del periodo precedente, la sua pittura all’interno della struttura psichiatrica, si riempie fino all’eccesso di oggetti e simboli della sua fantasia. Le tele diventano così piene da sembrare metaforicamente, la sua vita tra quello che poteva essere e invece è: la reclusione in manicomio. Dadd fondamentalmente non lavorò mai su grandi formati, tant’è che i suoi dipinti vengono considerati delle miniature, ne sono un esempio “ll colpo da maestro dello spiritello”(1856 – 1864) e “Il colpo da maestro del taglialegna fatato”(1865), che si inseriscono pienamente nel genere fantasy.

Immagine presa da Arti e bagagli. “Il colpo da maestro del taglialegna fatato” (1855 - 1864)
Nei quadri viene rappresentato il sottobosco, compreso da diversi soggetti come gnomi, fate e folletti, intenti a compiere diverse azioni. Dadd scrisse un poema a riguardo “Elimination of a Picture & its Subject - called The Fellers’ Master Stroke”, in cui viene dato un significato ad ogni singolo elemento con un rimando a Shakespeare e al mondo fantastico di “Sogno d'una notte di mezza estate” (se sei curioso di capire meglio il teatro di Shakespeare ti consiglio la lettura di questo articolo https://letiziadestefanis9.wixsite.com/lastanzaverde/post/the-globe-la-compagnia-di-lord-ciambellano-e-william-shakespeare ) tipico della pittura di Richard Dadd anche prima del manicomio.
Comments