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Cesare Lombroso, il padre della criminologia moderna

  • Immagine del redattore: Letizia Destefanis
    Letizia Destefanis
  • 14 feb 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 26 set 2024

Il comportamento criminale è collegato alle caratteristiche anatomiche del criminale stesso, è quello che sta alla base delle teorie di Cesare Lombroso, il padre della criminologia moderna, nonché psichiatra e antropologo.

Nato in una famiglia di commercianti ebrei di Verona nel 1835, negli anni degli studi si avvicina al culto della ragione e della libertà di pensiero, in netto opposizione con i rigidi insegnamenti religiosi del padre.

Ritratto di Cesare Lombroso (1835-1909) risalente circa al 1900

Immagine presa da Wikipedia. Ritratto di Cesare Lombroso (1835-1909) risalente circa al 1900

Verso metà secolo, si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Pavia, dove ha un primo approccio nella comparazione tra l’ambito anatomico e quello psicologico. Entusiasta delle sue ricerche, approfondisce integrando con studi sulla storia naturale e sulla botanica, coltivando importanti conoscenze interpersonali in vari ambiti. Arriva fino a Vienna per ampliare il suo sapere per poi lavorare nella clinica di psichiatria e antropologia di Pavia, in cui focalizza la sua attenzione  sul cretinismo, una malattia che provoca una deficienza mentale e fisica la cui causa è da ricercare nel malfunzionamento della tiroide, e sulla pellagra, causata dal mancato assorbimento della vitamina B.

Cranio lambrosiano, in cui sono evidenziate le varie fratture e ossa craniche, Museo di storia naturale sezione biomedica, Firenze

Immagine presa da Due passi nel mistero. Cranio lambrosiano, in cui sono evidenziate le varie fratture e ossa craniche, Museo di storia naturale sezione biomedica, Firenze

Si sposta poi a Pesaro dove diviene direttore del manicomio e infine medico legale al carcere di Torino, dove inizia a studiare i cadaveri di detenuti e  di malati mentali, per convalidare le sue teoria sull’uomo criminale. Per Lombroso lo studio della nascita di un pensiero non si limitava ad essere puramente scientifico o psicologico, ma anche fisiologico e come questo influisce sulla psiche e sulle azioni, in relazione alle diverse patologie mentali.

L’esempio di tutte le teorie e degli studi compiuti dal padre della criminologia è riconducibile al suo primo caso, quello del brigante Giuseppe Villella, morto a settanta anni. Nell’autopsia Lombroso trovò alla base del cranio una fusione ossea congenita ed altre caratteristiche anomale, come alcune deformazioni  di altre ossa craniche, che lo spinsero  a considerare l’ipotesi che avessero influenzato le azioni dell’uomo. Un secondo ed eclatante caso, fu quello dell’omicida e cannibale, Vincenzo Verzeni, il quale presentava segni d’involuzione (ossia il non sviluppo normale di alcune ossa craniche) che aveva riscontrato in altri soggetti deviati. 

“...il criminale è un essere atavistico che riproduce sulla propria persona i feroci istinti dell'umanità primitiva e degli animali inferiori”

Cesare Lombroso

"Esempi di fisiognomica di criminali, secondo Lombroso: rivoluzionari e criminali politici, mattoidi e folli"

Immagine presa da Wikipedia. "Esempi di fisiognomica di criminali, secondo Lombroso: rivoluzionari e criminali politici, mattoidi e folli"

Lombroso unisce due elementi, il genio e la follia in cui, l’uno senza l’altro è difficilmente riscontrabile: alcuni suoi contemporanei o personaggi illustri del passato, che fecero straordinarie scoperte erano sicuramente mossi dal genio, che però nel loro quotidiano  rispecchiava una problematica mentale e fisica, ad esempio la timidezza patologica e la malattia di Leopardi, o l’amore infantile di Dante per Beatrice.

Le caratteristiche fisiche comuni nell’uomo delinquente, chiamate “caratteri atavici”, sono: ossa del viso, quali mandibola, zigomi e arcate sopraccigliari molto sporgenti, un maggior numero di denti, il naso schiacciato, piedi prensili, mentre dal punto di vista funzionale, si nota una minore sensibilità al dolore, una maggiore velocità di guarigione e una maggiore accuratezza visiva. Nella donna queste caratteristiche criminali sono meno frequenti anche se, le poche commettevano crimini di maggiore efferatezza, con tanto di premeditazione, come nel caso di Leonarda Cianciulli, una serial killer, che uccise a colpi di accetta, tre donne per spezzare una maledizione che la madre avrebbe fatto sui suoi figli. Con questi studi si iniziò a percepire la sostanziale differenza biologica tra uomo e donna.

Maschere mortuarie in cera che riproducono i volti di malati mentali e delinquenti, Museo di antropologia criminale, Torino

Immagine presa da Beni culturali online. Maschere mortuarie in cera che riproducono i volti di malati mentali e delinquenti, Museo di antropologia criminale, Torino

Il criminologo non si limita a toccare con mano le malattie mentali, ma si dedica anche allo spiritismo, iniziando ad indagare sui fenomeni medianici. Scrisse addirittura un libro “Dopo la more - cosa?” nel 1909 in cui parla in modo genuino della medium italiana Eusapia Palladino (se vuoi saperne di più ti invito a leggere quest’altro articolo https://lastanzaverde6.wixsite.com/lastanzaverde/post/sedute-medianiche-nell-europa-di-fine-800 ) anche se di fatto, il mondo intero la considerava una truffatrice. 

La morte di Cesare Lombroso fu dovuta all’aggravarsi di una patologia cardiaca, angina pectoris e avvenne nella notte del 18 ottobre 1909, all’età di 73 anni, nella sua casa di Torino circondato dai tre figli, anche loro medici e studiosi. Il corpo del medico è conservato al Museo di antropologia criminale di Torino, come dalle sue ultime volontà: lo scheletro in una teca, mentre la testa, senza il cranio, sotto formalina e non esposta. 

Scheletro di Cesare Lombroso conservato in una teca all'entrata del Museo di antropologia criminale di Torino

Immagine presa da ExPartibus. Scheletro di Cesare Lombroso conservato in una teca all'entrata del Museo di antropologia criminale di Torino

Il Museo di antropologia criminale è stato fondato nel 1876 dallo stesso Lombroso e contiene circa 700 crani, 30 resti di scheletri, 180 cervelli umani, circa un centinaio di resti animali, oltre a 500  strumenti usati per commettere i più disparati delitti e infine migliaia di disegni e foto di matti e criminali. Gli oggetti contenuti al museo inizialmente era la collezione privata del Lombroso, che non sempre se ne appropriava legalmente:

“Il primo nucleo della collezione fu formato dall'esercito, avendovi vissuto parecchi anni come medico militare, prima del '59 e poi nel '66, ebbi campo di misurare craniologicamente migliaia di soldati italiani e raccoglierne molti crani e cervelli. Questa collezione venne mano a mano crescendo, con i modi anche meno legittimi, dallo spoglio di vecchi sepolcreti abbandonati: sardi, valtellinesi, lucchesi, fatto da me, dai miei studenti e amici di Torino e di Pavia”

Cesare Lombroso

A sinistra, gli stumenti usati per delinquere, a destra la maschera mortuaria in cera di un omicida. Museo di antropologia criminale, Torino

Immagine presa da Cabinet of Curiosities. A sinistra, gli stumenti usati per delinquere, a destra la maschera mortuaria in cera di un omicida. Museo di antropologia criminale, Torino

Le teorie del padre della criminologia sono molto controverse, oggi come allora: il più delle volte non vi è nessun nesso tra i criminali e la loro fisionomia e deformità, tuttavia, gli studi condotti hanno aperto nuove frontiere nella medicina, nella criminologia, nelle psichiatria e nella fisiognomica.


Ho avuto il piacere di vedere il Museo di antropologia criminale di Lombroso, in una delle mie tante gite a Torino, ma purtroppo non si possono fare foto all'interno. Molto interessante e praticamente attaccato è il Museo della frutta e di anatomia.


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